Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Cavalcare in armonia

Storie di una nuova equitazione dai membri del Coordinamento Attività Equestri Uisp Emilia Romagna.

A cavallo con la Uispdi Giancarlo Mazzoleni e Alessandra Monvicino

(da Area Uisp n.10)


Parlare di equitazione oggi è assai più complesso di quanto poteva esserlo pochi anni or sono. Allora l'equitazione era vista come concorso di salto ostacoli, agonismo competitivo o come equitazione di campagna. Gli appassionati sembravano essere una piccola élite. Per primi ci accorgemmo che questa non era la realtà. Esisteva ed esiste una popolazione di appassionati molto più ampia dei protagonisti delle pagine patinate. I maneggi stimolano per lo più alla competizione, troppo spesso intrecciata col mercato, inducendo alla sostituzione del proprio cavallo ogni qualvolta il cavaliere voglia avanzare in "carriera". Questo contrasto tra atteggiamento affettivo e riciclaggio forzato è così stridente che molti abbandonano l'attività o si orientano verso piccoli centri senza mire agonistiche. In ogni caso il livello attuale delle capacità equestri diffuse è di nessuna cultura e di bassa qualità tecnica, senza risposte nel campo dell'istruzione legate ai differenti obiettivi e aspirazioni. Un campo d'azione importante per la nostra associazione sia per l'orientamento dei referenti lontani dall'idea di sfruttamento del cavallo, sia per una possibilità di offrire modalità educative differenti sia, infine, per l'introduzione di nuove metodologie che tengano conto delle diverse aspirazioni e delle nuove strade da individuare. Tra queste: disabilità, disagio sociale o semplicemente benessere fisico-psichico del cavallo e del cavaliere. Va compreso che il rapporto con il cavallo non può essere basato solo sull'affezione e su una maggiore o minor capacità di controllo dell'equilibrio da parte del cavaliere. L'equitazione è un'attività complicata perché coinvolge un animale non facilmente comprensibile ed esige conoscenze e consapevolezza andate perdute con l'obsolescenza del cavallo nelle attività quotidiane di trasporto e lavoro. Questa ignoranza attribuisce ugual valore a metodiche assolutamente differenti tra di loro, così da rendere mal individuabile un orientamento che compiutamente soddisfi le esigenze dell'animale ed il mantenimento del suo benessere. In questi anni la nostra organizzazione ha fatto una scelta coraggiosa e d'avanguardia sia nella proposta sia nell'ipotesi formativa. La proposta è stata incentrata sul benessere del cavallo quale spartiacque in ogni attività che lo coinvolge. Nei confronti dei metodi di istruzione ci siamo ispirati alle più moderne ed avanzate tecniche di cinesiologia. Munita di questo nuovo bagaglio culturale nel 2002 la Uisp ha presentato all'Unesco la proposta di considerare patrimonio dell'umanità la cultura, l'arte e la storia che circondano il cavallo nei secoli. Da allora molti passi sono stati fatti, convegni, dibattiti, conferenze e corsi di formazione che hanno indubbiamente inciso sull'intera popolazione equestre. Il benessere del cavallo è diventato elemento centrale per tutto il mondo equestre, anche nel campo della competizione. Alla nostra voce se ne sono aggiunte moltissime altre e sono sorte associazioni quali Allege-ideal in Francia e Xenophon in Germania che in qualche misura condividono i nostri fini. Abbiamo assistito ad un crescendo che è sfociato all'ultima Fiera Cavalli di Verona, quasi esclusivamente incentrata sul benessere del cavallo. La qualità dei dibattiti da noi organizzati ha coinvolto importanti cavalieri internazionali. La formazione sta dando risultati al di sopra di ogni aspettativa sia per il numero di appassionati che scelgono la nostra proposta formativa, sia per l'allargamento a centri equestri che non ci conoscevano e che sono sempre più interessati alle nostre attività. Abbiamo impostato un'equitazione differente a misura d'uomo e di cavallo dove la ricerca del dialogo tra due esseri diversi può essere la porta a comportamenti più etici.

 

di Giancarlo MazzoleniA cavallo con la Uisp


Per attività isodinamica si intende un'attività in cui corpi separati si muovono con sincronismo e similitudine di movimento. Sono isodinamici il nuoto sincronizzato e le danze come valzer, polka, mazurka etc. Ma l'espressione più precisa dell'isodinamica è l'equitazione: in essa due corpi sovrapposti si muovono in sincronismo temporale, nella stessa direzione, con un adattamento cinetico dialettico. Nella visione isodinamica dell'equitare possiamo vedere la sintesi di molteplici esperienze, già affermate in modo sporadico da illustri cavalieri come elementi tecnici parziali e riunite poi in un contesto più ampio e complesso che va a definire un'unica metodologia comportamentale. Va sottolineato che l'obsolescenza del cavallo come compagno d'armi e di lavoro, per la sua sostituzione con mezzi meccanici dopo la comparsa del motore a scoppio, è stata la fonte dell'arretramento culturale che contraddistingue l'attuale equitazione sportiva. Ad esso vogliamo contrapporre una riflessione che va a cercare le proprie radici nella storia, per rilanciare un processo di acculturamento che ha come obiettivo il benessere fisico e psichico del cavallo e del cavaliere. Lo studio della cinetica del cavallo nelle differenti andature e modalità impone la necessità di analizzare i relativi movimenti del cavaliere al fine di perseguire il miglior adattamento sinergico per non contrastare l'attività motoria del cavallo, contrasto che danneggerebbe la sua struttura fisica. Si tratta di analizzare l'assetto di quei cavalieri che sono più "insieme" alla propria cavalcatura, per estrapolarne l'essenza dello specifico movimento e trovare quindi la chiave di lettura del sincronismo. Da qui è necessario fare una rielaborazione analitica su basi della meccanica motoria fisiologica del cavallo e del cavaliere per ottenere un'interpretazione del movimento che sia il più adeguata alle dinamiche dei due corpi. Il risultato immediato dell'applicazione pratica di questi studi è la disponibilità del cavallo all'esecuzione del movimento, senza richieste e coercizioni del cavaliere ma solo con la sua dinamica corporea. Ma il risultato dell'isodinamica è ben più consistente e determina un miglioramento del benessere psico-fisico del cavallo, in quanto la richiesta del cavaliere non è contraddittoria ma consensuale all'atteggiamento fisico necessario al cavallo per l'esecuzione del comando. Vengono così evitate torsioni articolari, sollecitazioni anomale della muscolatura e punizioni incongrue per mancate esecuzioni, che derivano da incomprensioni per contraddittorietà della richiesta e che mettono il cavallo in uno stato d'ansia e di difficoltà psichica. E vi è un ulteriore ed importate elemento, mai preso in considerazione: gli effetti sul fisico del cavaliere. Un atteggiamento inadeguato o non isodinamico impone al cavaliere condizioni posturali che possono danneggiare il suo fisico, accentuandone elementi anomali, se non patologici, già presenti. Nel nostro quotidiano sfruttiamo il nostro corpo in modo totalmente incompreso ed incomprensibile. L'equitare isodinamico costringe al superamento della dissimmetria, ricercando continuamente un ricongiungimento armonico del movimento della parte destra con la sinistra. Questa ricerca conduce al miglioramento posturale e ad un miglioramento dell'uso della muscolatura senza contratture.

 

A cavallo con la Uispdi Alberto Alciator


La nostra associazione nasce per iniziativa di un piccolo gruppo di appassionati che si ritrovano a condividere alcuni principi irrinunciabili nel proprio modo di interpretare l'equitazione ed avvicinarsi al cavallo. Principi che possiamo sintetizzare nel desiderio di ricerca della "leggerezza", vocabolo a cui ci piace dare un significato molto più ampio di quello puramente tecnico. Leggera è infatti la vita del cavallo quando questa diventa una vita di qualità e non di sofferenze, quando cerchiamo di dar voce ai suoi desideri e non solo al nostro egoismo; leggero è il nostro peso quando ci muoviamo in armonia con lui invece che contro di lui; leggere sono le nostre azioni quando ci preoccupiamo di capirne le conseguenze. Carichi di entusiasmo e mossi dal desiderio di condividere con altri la nostra passione abbiamo pensato di divulgare la cultura equestre, permettendo a semplici appassionati come noi di reperire informazioni utili su stage, corsi, scuole, libri, lavori di ricerca; collaborando e confrontandoci con singoli, associazioni, strutture istituzionali, gruppi di professionisti o amatoriali, sia italiani che europei, che condividono i nostri principi. Insomma si tratta di dialogare tra noi per potere meglio dialogare con il nostro cavallo. Non grandi progetti ma micro-iniziative finalizzate alla ricerca del modo più semplice per stare con il proprio cavallo, con l'obiettivo di crescere nel rispetto del cavallo ma anche delle potenzialità e degli interessi di ogni singolo associato o simpatizzante.

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